Perché le forme classiche di disuguaglianza sono scomparse dalla discussione economica?

Recentemente ho notato questo articolo di Morten Nyborg Støstad (Università della California, Berkeley) è la prima analisi delle disuguaglianze classiche in cui mi sono imbattuto in pochi mesi.

Il lavoro riguarda ciò che accadrebbe se cambiassimo il modo in cui comprendiamo la disuguaglianza nella teoria economica. Oggi, scrive Støstad, se ne parla in cambio di efficienza. Ai fini di tale analisi, consideriamo il necessario compromesso tra questi due valori. Dovremmo consentire una maggiore disuguaglianza tra le persone e quindi ottenere una maggiore efficienza economica (più concorrenza, incentivi a lavorare sodo, creatività)? Dovremmo aumentare l’uguaglianza raggiungendo la stabilità sociale, l’effetto domanda e aumentando la fiducia nello Stato? Così funzionano i classici moderni della letteratura sull’economia asimmetrica: dalla teoria di Stiglitz-Atkinson del 1976 ai lavori sulle tasse patrimoniali studiati per un decennio dal grande Emmanuel Saez.

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